“Guardiagrele, la città di pietra, risplendeva al sereno di maggio. Un vento fresco agitava le erbe su le grondaie. Santa Maria Maggiore aveva per tutte le fenditure, dalla base al fastigio, certe pianticelle delicate, fiorite di fiori violetti, innumerevoli; così che l'antichissimo Duomo sorgeva nell'aria cerulea tutto coperto di fiori marmorei e di fiori vivi”.
(Gabriele D'Annunzio, Il Trionfo della Morte, 1894)
Le parole di D'Annunzio ci portano oggi a Guardiagrele. Il paese posto ai piedi della Maiella Orientale viene perfettamente rappresentato dalla definizione che ne dà lo scrittore abruzzese, con le case e i monumenti costruiti in pietra bianca della Maiella.
Una passeggiata nel borgo
Passeggiando per Guardiagrele non si può non visitare la Collegiata di Santa Maria Maggiore che la tradizione vuole eretta su un tempio dedicato ad Apollo mentre le prime documentazioni ne attestano le origini tra il X ed il XII secolo.
Particolare è la sua facciata a torre oltre che i due porticati. Sotto uno di questi è possibile ammirare l'imponente affresco raffigurante San Cristoforo, opera del più importante pittore del Quattrocento abruzzese, Andrea De Litio. Qui è ospitato il Museo del Duomo, al cui interno sono custoditi capolavori molto importanti, tra i quali una croce in legno dipinto risalente al XIV secolo.
Altro museo affascinante si trova nel chiostro di San Francesco. Si tratta del Museo del Costume, che ospita oltre 300 oggetti datati tra la fine dell'Ottocento e la metà del Novecento. Nel borgo sono ancora visibili alcuni punti delle antiche mura e le torri, che ancora svettano. Tra queste il Torrione Orsini è il simbolo della città, con la sua sommità diroccata, e prende il nome dalla famiglia che ha apportato per ultima modifiche alla struttura.
Terrazza sul mare Adriatico
Dalla Villa Comunale, un tempo orto e giardino del convento delle Clarisse, trasformato in giardino pubblico dopo la distruzione del complesso monastico, si gode di un magnifico panorama che spazia dalla costa teramana alle isole Tremiti.
Per questo motivo Guardiagrele viene anche chiamata “Terrazza d'Abruzzo”.
Capitale dell'artigianato abruzzese
Guardiagrele può essere definita la “Capitale dell'artigianato abruzzese”. Sono infatti davvero tante le botteghe di questa cittadina ai piedi della Majella dove ferro, rame, legno e ceramica prendono forma tra le mani di sapienti artigiani. Passeggiando per le vie del centro storico si ha la sensazione di ritrovarsi catapultati indietro nel passato, quando il tempo scorreva più lento e ci si dedicava alla creazione degli oggetti che diventavano sempre più elaborati tanto da essere quasi delle opere d'arte.
A Guardiagrele, tra gli altri, ha sede anche un bellissimo museo dedicato proprio all'Artigianato Artistico che ogni anno organizza la "Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese”.
Un dolce difficile da dimenticare
“Sise delle monache”. No, non siamo impazziti e non è un errore di trascrizione. Questo è proprio il nome del dolce tipico di Guardiagrele. Un “panino” di pan di Spagna farcito con una gustosa crema pasticcera. Sembra la cosa più semplice del mondo, ma la ricetta è segreta: solo le due pasticcerie storiche del paese la conoscono e la custodiscono gelosamente.
Ma veniamo allo strano nome: questo deriva dallo strato superiore di Pan di Spagna che viene composto prima di essere cotto con tre ciuffi di impasto, a formare tre montagnole che ricordano dei seni femminili.
Vengono dette “delle monache” perché le monache clarisse, per rendere meno evidenti i propri seni al di sotto dell'abito monacale, pare usassero inserire nel petto un rotolo di stoffa. Questo non fece altro che stuzzicare la fantasia popolare che immaginava che i seni fossero tre. Il nome originale del dolce però, vista la forma, è quello di “Tre monti” perché le protuberanze ricorderebbero alcune cime della Maiella (M.te Amaro, M.te Acquaviva e Cima Murelle) o secondo altre versioni Maiella, Gran Sasso e Sirente-Velino.
L'escursione da non perdere: anello della Cascata di San Giovanni
A pochissima distanza dal centro storico, dalla località di Bocca di Valle, si può intraprendere un bellissimo sentiero ad anello che permette di scoprire una delle cascate più belle del Parco Nazionale della Maiella, quella di San Giovanni.
Il sentiero che si addentra nella Valle del Torrente Vesola non è particolarmente impegnativo ma richiede un minimo di attitudine alla camminata in montagna e si percorre in 4 ore totali tra andata e ritorno, camminando tra boschi e vegetazione lussureggiante. Il periodo migliore per visitarla è sicuramente la primavera.
Un grazie speciale a Barbara di Tullio per le belle foto del borgo.
Queste sono solo alcune curiosità su Guardiagrele. Se vuoi vivere appieno la bellezza del borgo, visitalo appena sarà possibile e prendi appunti per il tuo prossimo viaggio.
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