La riserva naturale Valle dell'Orfento, nel cuore del Parco Nazionale della Maiella in Abruzzo, è conosciuta per la sua bellezza naturalistica, un paradiso verde che incanta i visitatori con il suo paesaggio ricco di flora a contornare il fiume lungo tutto il suo tragitto disegnando scenari di selvaggia magia.
Quello che pochi conoscono invece è che questo luogo, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu lo scenario di una storia straordinaria scoperta solo di recente grazie al ritrovamento di un libro scritto da un giovane soldato venuto da lontano per liberare il nostro paese...
Facciamo un salto nel passato, siamo nel 1943. John Evelyn Broad, caporalmaggiore neozelandese catturato dai tedeschi nelle operazioni in Nord Africa, è detenuto in Italia nel campo di prigionia di Acquafredda a Roccamorice (PE). L'11 settembre, con un'azione rocambolesca, fugge insieme ad alcuni compagni lanciandosi verso i boschi della Maiella. John e suoi compagni sono soli, continuamente braccati dalle pattuglie tedesche che controllano il territorio ed è solo questione di tempo prima che le forze li abbandonino e vengano trovati.
Vagando lungo le pendici della montagna giungono fino a Decontra e poi a Santa Croce, due piccole frazioni del borgo di Caramanico Terme. Ed è a questo punto che la storia di John e i suoi compagni prende una strada diversa da un destino già segnato. La popolazione del luogo, spinta da un grande sentimento di solidarietà e fratellanza, decide di aiutarli con tutto ciò che potevano: fornendo cibo e bevande, un riparo per la notte e informazioni sull'imminente arrivo dei nemici, rischiando in prima persona per la loro incolumità.
Ma fu nella Valle dell'Orfento, con le sue grotte nella roccia e gli anfratti impervi lungo le pareti, che John e i suoi commilitoni trovarono un rifugio naturale per nascondersi lungo tutti i sette mesi di permanenza. Dal paese arrivavano i vestiti e i rifornimenti donati dagli abitanti, necessari per trascorrere il terribile inverno con le sue rigide temperature e le forti nevicate che mettevano ulteriormente in pericolo la vita dei soldati. Un´esperienza al limite delle capacità umane terminata con il ricongiungimento con l'esercito alleato al di là della montagna nell'aprile del 1944, grazie al prezioso aiuto degli abitanti di Decontra.
John, durante quei giorni, portava sempre con se un diario dove annotava tutto ciò che gli accadeva, riportando i luoghi dove si spostava e i nomi delle generose persone che lo aiutavano. Tornato a casa dopo la fine della guerra decise di raccontare la sua storia in un libro intitolato "Povera gente, poveri noi" (in originale "Poor people, poor us"), testimonianza di quella straordinaria avventura che aveva vissuto e omaggio a tutte quelle persone che si erano sacrificate per lui. Una storia rimasta nell´ombra per tanti anni fin quando, grazie al lavoro della ricercatrice Cristina Parone, è tornata alla luce riconsegnando un documento di grande importanza per la comunità del borgo di Caramanico e per la storia del paese.
Oggi un affascinante itinerario tematico conduce alla scoperta di questa incredibile storia portandoci sui luoghi di John nella Valle dell'Orfento con il "Sentiero della Libertà": un percorso lungo il fiume dove ritroveremo i rifugi utilizzati dal soldato per conoscerne la vicenda proprio attraverso le sue parole, incise su una serie di pannelli che riportano alcuni dei passaggi più emozionanti tratti dal libro.
Majambiente, insieme a Bradamante Teatro, ha costruito un'esperienza narrata per raccontare queste storie di resistenza e libertà.
Prestissimo quindi torneremo nei luoghi descritti nel diario di John Broad.
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